Chi siamo

Le origini di OSHa ASD-APS (Orientamento Sportivo Handicappati – Associazione Sportiva Dilettantistica – Associazione di Promozione Sociale) risalgono al 1968 quando Don Augusto Peduzzi, coadiuvato da un gruppo di volontari, costituisce il CSV – Centro Volontario Sofferenza, ente d’aiuto per infermi. Fra i volontari del CSV ne ricordiamo due: Beppe Cornaggia, disabile totalmente paralizzato (muoveva solo il braccio sinistro e la mano destra fino al polso), che dedicò la sua vita alle persone malate ed alla cui memoria è stato istituito un premio; e Pia Pullici, fisioterapista ed insegnante di educazione fisica, alla quale si deve il progetto di avvicinare allo sport anche il portatore di handicap.

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Nel 1974 Pia Pullici, sostenuta dai ragazzi del CSV, con l’appoggio dell’Assessorato allo Sport del Comune di Como e dei club service (Panathlon, Lyons, Rotary, Soroptimist) riesce nel suo proposito: nasce A.S.P; che diverrà OSHA A.S.P. nel 1983. Accanto a lei i volontari: Mariarosa e Paola Ganzetti, Angela Garofalo, Riccardo Leoni, Danilo Marelli, Marialuisa Nessi, Ginetto Rizzi, Bruno Tortoreto, Sergio Trezzi, Eugenia Vanore. Obiettivo dell’associazione avvicinare giovani ed adulti, portatori di disabilità, alla pratica dell’attività sportiva, terapeutica e motoria, compatibilmente con i limiti e con le possibilità fisiche, psichiche e sociali di ciascun individuo. Principio sancito anche nel primo articolo dello statuto:

L’associazione ha lo scopo di promuovere, sviluppare e coordinare le attività sportive fra handicappati, per contribuire alla loro formazione psico-fisica, sociale e culturale”.

Le prime concrete esperienze sono nella palestra del “Collegio Gallio” di Como, sotto la direzione del professor Ettore Terravazzi, e nella piscina del centro sportivo di Casate, sotto la direzione di Pia Pullici. Un apporto importante alla componente nuoto arriva nel 1984 da Milly Moser, eccellente istruttrice svizzera della “FSIS- Federazione Svizzera Invalidi Sportivi”, la quale spiega ai nostri volontari come insegnare il nuoto a persone diversamente abili, come introdurli in vasca e come aiutarli negli spogliatoi.

Col passare degli anni l’OSHA si arricchisce di nuovi sport:

– Nel 1984 Sci di fondo e Sci alpino
– Nel 1987 Kayak
– Nel 1989 Sub
– Nel 1992 Tennis tavolo
– Nel 2000 Tennis in carrozzina
– Nel 2004 Ice Sledge Hockey

È dapprima il nuoto grazie alle capacità di alcuni disabili ed alla preparazione dei volontari, a far conoscere OSHA all’interno di competizioni provinciali, regionali, nazionali ed internazionali. Proprio l’aspetto agonistico fa sì che OSHA nel 1983 si affili alla FISHA – federazione Italiana Sport Handicappati, nel 1990 divenuta FISD – Federazione Sport Disabili, ad oggi ribattezzata CIP – Comitato Italiano Paralimpico. Fra i grandi nuotatori del passato: Rosanna Clerici, Sandro Curti, Riccardo Bani, Stefano Brunati, Adriano Antonelli, Giovanni Uboldi, Adolfo Pialli, Alessia Valentino, Mariagrazia Frigerio, Annalena Guarisco, Monica Binaghi, Mariangela Volpati, Christian Beretta, Federico Tiranti, Felice Cocquio.

Il nuoto non è, tuttavia, il solo settore ad aver regalato medaglie all’OSHA. Kayak è portato al successo da Giuseppe Fantinato, storico presidente dell’associazione; Tennis in carrozzina e Tennis tavolo da Mauro Curioni, Lodovico Milanesi, Diego Amadori; Sci di fondo da Giuseppe Fantinato, Antonella Antonazzo e Antonio Pisaniello. Questi sono solo alcuni nomi.
A causa della mancanza di atleti e volontari competenti in specifiche discipline, della mancanza di fondi e di spazi adeguati, gli sport ancora praticati sono: Tennis tavolo, Tennis in carrozzina e Nuoto Agonistico. Molto frequentato ed attivo il settore scuola nuoto; mentre l’attività palestra prosegue presso la palestra Mariani di Como.

Ad oggi OSHA continua ad essere una realtà importante sul territorio comasco; realtà che si propone, attraverso il coinvolgimento di persone portatrici di handicap nella pratica sportiva, non solo il recupero ed il mantenimento fisico; ma anche un percorso di crescita psicofisica, sociale e culturale. Accoglie utenti di età eterogenea, dai bambini di tre anni agli adulti sessantenni, e di disabilità differente: rispetto a quando l’associazione è sorta, si riscontra che, mentre nella fase delle origini l’utenza era affetta soprattutto da disabilità fisica, quella attuale lo è da disabilità mentale, in particolare autismo, malattia dilagante negli ultimi anni.
Eterogenea è anche l’ètà dei volontari: dai dieci ai settant’anni; ciascuno dei quali è attivamente coinvolto nelle diverse attività sportive e non sportive proposte dall’associazione. Oltre all’aiuto pratico dato nelle diverse componenti OSHA, difatti, i volontari sono impegnati anche nella raccolta fondi attraverso l’organizzazione di periodici pranzi e cene, momenti culinari che hanno luogo presso l’associazione Il luglio portichettese, associazione con la quale OSHA ha un sodalizio da circa vent’anni; di mercatini; di stand.

OSHA a.s.p. dal 2008 è un’associazione sportiva dilettantistica e di promozione sociale, fondata, ieri come oggi, interamente sulla forza e sulla volontà di disabili e di volontari; ed è proprio ad entrambi che l’associazione pensa. Fra le varie iniziative, tra il 2009 ed il 2010, difatti, il consiglio direttivo ha deciso di sovvenzionare il corso per istruttori di nuoto ai volontari della sezione scuola nuoto; ciò ha permesso di assicurare all’utenza qualità e competenza. Periodicamente, inoltre, si tengono corsi di aggiornamento interni, necessari non solo per un ripasso; ma anche per formare i nuovi volontari; corsi sulla sicurezza e corsi di primo soccorso.
Dal 2008 OSHA ogni estate, grazie alla disponibilità dei volontari, realizza un progetto importante: “Progetto mare”. Si tratta di una settimana, a fine agosto, durante la quale monitori e ragazzi trascorrono insieme sette giorni lontano da casa.
È un’esperienza formativa che arricchisce i portatori di handicap sotto il profilo relazionale, fisico e personale. Durante questa settimana le persone disabili si affidano totalmente al volontario che li accompagna, perdono i loro quotidiani punti di riferimento e le loro abitudini; ciò determina uno stimolo continuo alle autonomie personali (la cura di sé, degli spazi e delle proprie cose, la gestione dei soldi), all’interazione con l’accompagnatore, con i compagni di viaggio e con le persone che incontrano nel luogo di soggiorno. La location marittima e le opportunità offerte dai villaggi scelti consentono di praticare sport ed attività nuove: nuoto, canoa, tiro con l’arco, passeggiate a cavallo, momenti di stretching e di ballo.
Anche per i volontari si tratta di un’esperienza di crescita grazie alla quale possono comprendere quali difficoltà i portatori di handicap ed i loro familiari debbano affrontare quotidianamente ( ad esempio i limiti architettonici, la poca disponibilità della gente, etc.), come possa essere la giornata di un genitore ed hanno l’opportunità di conoscere meglio persone con le quali durante l’anno lavorano a stretto contatto.

OSHA oltre ad essere impegnata nello sport lo è attivamente anche nel sociale.

• Da alcuni anni collabora con le scuole superiori. Sovente, infatti, alcuni volontari si recano nelle scuole, talora anche negli oratori, chiamati da presidi o da rappresentanti studenteschi per sensibilizzare i giovani al tema della disabilità, raccontare la propria “avventura” e proporre loro una nuova emozionante esperienza.
Da un paio di anni è nata anche un’interessante collaborazione con il Liceo Scientifico Sportivo di Cantù. Durante l’anno i professori di educazione fisica sviluppano nelle loro classi il progetto la disabilità e lo sport, che si conclude con la testimonianza di alcune associazioni sportive per disabili, fra le quali OSHA.

• Nel maggio del 2013 è intervenuta per portare la propria testimonianza alla conferenza organizzata dall’UNICEF. Giornata durante la quale UNICEF ha presentato il “Rapporto annuale sulla condizione dell’infanzia nel mondo 2013”, relazione interamente dedicata ai bambini ed agli adolescenti con disabilità.

• Dal 2001 è impegnata nel progetto giustizia ripartiva. Mossa dalla convinzione che le pene debbano avere un valore rieducativo, non punitivo, accoglie coloro che, dopo aver subito un processo, decidono di scontare quanto imputato loro nella sentenza svolgendo lavori di pubblica utilità presso enti di volontariato. OSHA è stata, a conferma di quanto detto, fra le prime associazioni di volontariato a stipulare una convenzione con il Tribunale di Como e ad introdurre nel proprio organico persone mandate dal sistema giudiziario.
Da questa iniziativa, in collaborazione con il CSV- Centro Servizi del Volontariato di Como, e con altre associazioni di volontariato, è nato il progetto Coinvolgi. Progetto di sensibilizzazione e di divulgazione affinché la popolazione percepisca che il carcere non è la sola alternativa per coloro che commettono un reato. Progetto conclusosi con l’organizzazione di un’intera giornata di raccolta fondi presso Maslianico, con la realizzazione del libro “Condannati al volontariato. Esperienze e dati in ambito penale nella provincia di Como” e con la realizzazione del dvd “ Coinvolgi”.
Grazie al sodalizio con il Centro Servizi per il Volontariato, inoltre, OSHA ha potuto formare figure di tutor fra i propri volontari in grado di accogliere e seguire i “volontari obbligati”.

• Da tempo partecipiamo alla Consulta dell’handicap del Comune di Como.
La Consulta Comunale delle Associazioni che operano per il superamento dell’handicap, è un organismo di confronto, di valutazione ed impulso delle azioni favorendo la semplificazione e la ricomposizione delle prestazioni a loro favore.
Il Comune riconosce alla Consulta, con specifica Delibera istitutiva e Regolamento, ampia autonomia, per quanto riguarda la regolamentazione del proprio funzionamento, la scelta degli argomenti da affrontare, l’organizzazione dei lavori, la scelta delle persone da invitare alle proprie riunioni al fine di acquisire informazioni, pareri o contributi tecnici.
Le funzioni della Consulta sono:
– favorire le relazioni ed il confronto tra diverse esperienze, impegnate nel superamento dell’handicap,
– promuovere la diffusione di una cultura attiva dell’integrazione e del superamento dell’handicap,
– esprimere pareri su piani e progetti dell’Amministrazione comunale.